Tavola tonda: Migrazioni, detenzione amministrativa e l’esternalizzazione delle frontiere
La serata conclusiva del festival organizzato da SCI Italia e La Città dell’Utopia è stata un momento di incontro, approfondimento e condivisione sui temi delle migrazioni, delle politiche di accoglienza e delle sfide legate alla gestione dei confini. Grazie al contributo di associazioni, attivisti e attiviste, l’evento ha offerto una piattaforma per discutere le complessità di un fenomeno globale che ha un impatto diretto sulle vite di milioni di persone.
Arianna, la moderatrice dell’incontro, ha introdotto tre donne protagoniste del dibattito:
- Yasmine, attivista della rete romana StopCPR, da anni impegnata nel monitoraggio e nella denuncia delle condizioni di accoglienza nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in Italia.
- Chiara Salvini, avvocata e membro di ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), specializzata in diritto internazionale e immigrazione.
- Tezzé Tabra, scrittrice, attrice e attivista di Black Lives Matter Roma, movimento nato per denunciare il razzismo sistemico in Italia e ispirato all’omonimo movimento internazionale.
Questa diversità di esperienze ha permesso di analizzare il tema delle migrazioni sotto molteplici punti di vista: legale, sociale e culturale.
Chiara Salvini ha messo in evidenza come, negli ultimi anni, il linguaggio politico e mediatico abbia contribuito a una crescente criminalizzazione delle migrazioni. Parole come “clandestinità” o “illegalità” sono diventate strumenti ideologici per giustificare politiche restrittive. Questo approccio si riflette nelle riforme legislative e negli accordi di esternalizzazione dei confini con Paesi esterni all’Unione Europea, come Libia, Tunisia e Albania.
Queste politiche non solo limitano l’accesso ai territori europei, ma rafforzano la percezione dell’immigrazione come una minaccia alla sicurezza nazionale. Chiara ha citato esempi recenti, come le decisioni dei tribunali italiani di respingere trattenimenti effettuati in Albania, sottolineando l’importanza di un sistema giudiziario che salvaguardi i diritti umani nonostante le pressioni politiche.
La narrazione dominante, ha spiegato Chiara, rende accettabili compressioni evidenti dei diritti umani, trasformando il rispetto di questi diritti in qualcosa di condizionato: l’idea che chi arriva in Europa debba “meritarsi” l’accoglienza. Questo approccio, purtroppo, si radica non solo nelle politiche, ma anche nell’opinione pubblica, alimentata da una comunicazione che enfatizza la paura e l’insicurezza.
Il festival si pone quindi come un’opportunità per contrastare questa narrativa, promuovendo un discorso alternativo basato su solidarietà, inclusione e rispetto per i diritti fondamentali.
Questa registrazione è la ripresa della diretta trasmessa su Radio Sonar durante l’ultima serata del Non Border Fest XIV, che si è svolta lo scorso sabato 30 ottobre a La Città dell’Utopia. Buon ascolto!